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Carnevale

Notizie sulla Tradizione

IL CARNEVALE

Febbraio : Rito del Carnevale e Rappresentazione dei mesi. Notizie : Il Carnevale è una festa che ha inizio il 17 gennaio e termina il martedì che precede il mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Il significato della parola, a parere di importanti letterati, ha diversi sensi, tra cui uno dei più probabili, da un tardo latino, quello della unione delle parole carnen e laxare, "lasciare la carne" di cui nel periodo carnevalesco si fa abbondante uso, prima di passare alla Quaresima che richiedeva, specialmente nel passato, digiuno, astinenza, moderazione nel mangiare e semplicità di cibo. La parola carnevale, o le altre due con uguale significato di "carnasciare", o "carnasciale" volevano essere un "lasciare la carne" oppure uno "scialare carne".
L'origine della festa nacque da un rito religioso pagano, quello della celebrazione del principio dell'anno, quando si eseguivano le offerte votive ai numi protettori della casa e delle città. Tra le più famose feste del passato, il Carnevale, pare, derivi dalle celebrazioni dei Saturnali :una festa popolare romana, dedicata al dio Saturno, che si svolgeva nel mese di marzo sino a sette giorni consecutivi a ricordo dell'età dell'oro, quando Saturno rese felici gli uomini liberandoli da ogni predominio dell'uomo sull'uomo, fecondando, nel contempo, la terra.
La festa era di carattere orgiastico e il popolo si sfrenava sino alla follia affinché il padrone si umiliasse al servo e allo schiavo, rendendosi servitore di essi, facendo così ritorno alla perduta età dell'oro.
Per non farsi riconoscere in quelle orge, in cui tutti si tuffavano, i partecipanti nascosero la faccia dietro una maschera dipinta di vinaccia, poi con maschere di cuoio, di stoffa o di altro materiale. Lo stesso imperatore partecipava alle orge vestito di abiti dimessi, mentre i poveri si ricoprivano di abiti sontuosi. Gli uni e gli altri si scrollavano di dosso un anno di quotidiano lavoro.
Con l'avvento del Cristianesimo, si cercò di porre fine agli scandali e a quella lussuriosa follia, quando il Papa Gelasio (492-496) ottenne dal senato l'abolizione delle feste pagane, tra cui quella dei Saturnali, sostituendola con la festa della Candelora. Ma non potendosi pretendere che da un giorno all'altro si eliminassero le passate follie, le feste pagane, pur mitigando certe sfrenatezze, continuarono a svolgersi come prima e la festa dei Saturnali fece posto ai ludi e poi al Carnevale.
Quasi tutti i riti popolari ebbero vita da cerimonie religiose legate alla coltivazione dei campi e alla vita del contadino. La celebrazione dei riti, nelle ricorrenze dei cicli stagionali, avevano lo scopo della rigenerazione della terra affinché desse migliori frutti nel nuovo ciclo produttivo.
La partecipazione al rito, di carattere religioso-liturgico, era vivamente sentita ed ognuno, che in qualsiasi modo vi prendesse parte, la riteneva necessaria per la propria sussistenza scongiurando così ogni tipo di carestia connessa a fenomeni meteorologici, a pestilenze o a guerre.
I riti ciclici stagionali nei loro auspici richiedevano una particolare interpretazione di carattere parodistico e mimico capaci di distruggere il male che gli uomini, personalmente o collettivamente avevano accumulato nel ciclo precedente, in modo che la natura offesa dalle malefatte si fosse placata e non avesse abbandonati gli uomini. Sicchè il rito avrebbe avuto, oltre che un movente apotropaico e produttivo, anche una funzione profilattica e di crescita dei beni. Ma non bastava la sola esecuzione del rito: la distruzione del male aveva bisogno di un "capro espiatorio", che poteva essere una persona, un animale o un oggetto qualsiasi, su cui fare ricadere tutte le colpe che sarebbero state cancellate soltanto dall'olocausto del "capro" prescelto. Il sacrificio avrebbe purgato la società di ogni male, ma esso, però, non doveva
essere accompagnato da pianto o da strazianti dolori, ma di infinito gaudio perché quella morte era la salvezza futura della collettività e di ogni singolo uomo. E' per questo che la morte del Carnevale "non ha carattere tragico": sia la morte e sia il dramma che da essa nasce sono uniti nello stesso rito, ma con forma la più tragicomica possibile.Il popolo cerca la sicurezza del domani, l'ha ottenuta da chi per esso si è sacrificato e giunge sino a deriderne la tragica fine, perciò si sfrena, ride, urla, canta, balla, ed irride tutto e tutti. Le stesse fiamme che si sprigionano dal fantoccio che brucia ha carattere profilattico, di prevenzione dei malanni, attraverso l'opera distruttrice del fuoco. Lo stesso piacere dell'amore che si accompagna al rito ha il senso magico della fecondità.
I salti, le danze, i balli, le musiche preparano lo spirito alle maggiori gioie, sapendo che calcando la terra si richiama questa a fruttificare con abbondanza ed allora più in alto si salta, maggiore è la richiesta alla terra di essere generosa. Le burle, gli scherzi e le satire hanno lo scopo di giungere alla maggiore liberalità, sino alla follia, allo scioglimento dei freni inibitori che avevano mantenuto l'uomo sino allora nei binari della correttezza e della morale.
Nelle feste del carnevale ciascuno si personalizza in figure di potenti, ciascuno assume un atteggiamento per quello che avrebbe voluto essere se non fosse stato un fallito della vita. L'abito che indossa, l'atteggiamento che assume e le sue gestualità lo trasportano ad essere quel grand'uomo che le sue aspirazioni voleva fossero: un politico, un medico, un ingegnere, un professionista, un prete, un ufficiale, un pirata, un vescovo o un sacrestano.
Altri ancora vestono il simbolo di quello che dovrebbe essere il diavolo nella religione cristiana, la morte, la Quaresima, lo stesso Carnevale. Tutti assieme sono la simbologia degli esseri che dagli inferi risalgono in terra, esercitandovi il potere soprannaturale del mondo diabolico della loro natura. (1)
Nei secoli trascorsi, Re Carnevale (il re della festa) era portato in trionfo e guidava il corteo mascherato.Le autorità ecclesiastiche, cercavano di impedire ciò, affermando la derivazione del carnevale dai "Baccanalia Festorum"(feste di Bacco). Nel carnevale, infatti, ricorrono elementi mutuati dalle feste romane che hanno radici in religioni pre-cristiane (pagane), come i Lupercalia, Saturnalia e Baccanalia….- La prima si svolgeva nella metà di febbraio, che nell'antico calendario romano era l'ultimo mese dell'anno; la seconda dal 15 al 23 dicembre, che nel calendario Giuliano divenne l'ultimo mese; la terza nella metà del mese di marzo.
I "Saturnali" erano una delle principali feste del calendario romano. Il primo giorno, veniva nominato un Rex Saturnaliorum con il compito di organizzare le danze e i banchetti: le danze sconfinavano in atteggiamenti licenziosi; la normalità quotidiana era rovesciata; gli schiavi venivano serviti a tavola dai padroni; i banchetti si trasformavano in orge. Il periodo del suo regno fu molto felice sia per l'abbondanza dei prodotti, sia perché non esisteva ancora alcuna discriminazione tra liberi e schiavi. Ma il carnevale, come abbiamo visto sopra, nel XVI sec. presentava un riferimento anche ai Baccanalia romani che si svolgevano a Roma il 17 marzo….-(2)
L'usanza di bruciare il fantoccio, che rappresenta il vecchio anno, è riconducibile ai riti agrari purificatori di espulsione dell'inverno (male) e rigenerazione della vegetazione. La festa del carnevale per il suo disordine, per i suoi eccessi, per le sue orge, per il suo caos svolgeva chiaramente anche una funzione di liberazione degli istinti individuali nonché di sfogo collettivo nei confronti del potere e di una situazione di perenne precarietà esistenziale e psicologica .L'elezione del Re Carnevale, reclutato in genere tra gli emarginati e i "diversi", e la sua uccisione presenta un evidente segno di ribellione verso il potere costituito e una valenza purificatoria: infatti, attraverso il rituale si uccide sia il "Re" sia l'anno vecchio e il male.
Intorno alla seconda metà dell'800, in alcuni paesi, il rituale assunse una forte connotazione anticlericale in quanto veniva effettuato durante il periodo di Quaresima.
L'opposizione tra le due entità rappresentate all'interno del rituale, è in perfetta armonia con uno dei temi principali del Carnevale, che è, appunto una "opposizione" alla quaresima e alla quotidianità della vita.
Culturalmente, per le classi popolari, durante il Carnevale, si verifica una sorta di ribellione al periodo penitenziale e alla precarietà esistenziale di ogni giorno. L'allontanamento del "negativo" genera una realtà virtuale ("positiva") in cui sono tutti posti nella stessa condizione sociale, in cui tutto è lecito, insomma una uguaglianza illusoria che comunque cela in sé la coscienza di una reale disuguaglianza.
…La rappresentazione dei mesi è uno dei rituali del carnevale più conosciuti. Scaturisce dalle feste di inizio di un ciclo annuale e si presenta come un almanacco drammatizzato in cui si fanno parlare i personaggi che personificano i dodici mesi dell'anno, tutti presenti nel giorno in cui inizia il dramma che li avrà come protagonisti. Ogni persona o gruppo di persone scelto dovrà presentare un mascheramento in qualche modo connesso con il Mese e rappresentarlo in una scena eventualmente accompagnata da un canto o da versi a tema (il tutto può avvenire in processione). Le scene sono ritualizzate. I cambiamenti di stagione nella prospettiva magica che li sottende nella rappresentazione sono eventi rituali, lo stesso lavoro diviene un adempimento rituale che ripercorre il mito o i miti che raccontano in ogni attività il dramma che si ripete e ripete il mondo, cancella il mutamento. Un momento fondamentale della rappresentazione dei Mesi è costituito dal controllo e dalla propiziazione del nuovo ciclo attraverso la sua rappresentazione, che avviene proprio nel momento in cui va aprendosi, cioè in Primavera.
Una caratteristica generale della Rappresentazione dei Mesi è un atteggiamento che potremmo definire di aggressività. Ossia una figura si assume il compito di battere i Mesi se non si comportano bene (questa figura generalmente è il Capodanno). Battere i Mesi significava soprattutto liberare i mesi reali dalle influenze negative (alcuni Mesi nella Rappresentazione erano dovutamente equipaggiati con dei bastoni).
La rappresentazione dei Mesi ripete il ciclo stagionale annuale, ripercorrendolo drammaticamente per esorcizzare i rischi connessi ai vari passaggi annuali, dal rischio fondamentale della rinascita. Si dà così voce all'incertezza del tempo che scorre. In alcune rappresentazioni vi è la minaccia di battere anche gli spettatori: questo per far sì che il colpito venga protetto da influssi malefici e stimolare così anche le energie riproduttive. Un altro elemento che si trova in questo rito carnevalesco è l'offerta (la questua), come forma propiziatrice di abbondanza.
La rappresentazione è parte del Carnevale e come il carnevale rappresenta un momento di espulsione del male…(3)



(1) "Il Carnevale nel Comune di San Mauro Cilento" F.Dentoni Litta Ed. Centro Promozione Culturale del Cilento 1996
(2) "Le cose de prima" Luigi Nicoli Ed. Leonessa e il suo Santo 1999
(3) "Carnevale si chiamava Vincenzo"R. De Simone-A. Rossi Ed. De Luca 1977


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